Il (04 – 08 – 1995), il Parlamento Italiano vara definitivamente la Riforma delle Pensioni con il passaggio dal metodo retributivo al metodo contributivo. La riforma prevede per tutti i lavoratori la possibilità di una forma previdenziale aggiuntiva.
Il nuovo sistema si regge su due pilastri:
“la previdenza pubblica e quella complementare“.
La riforma delle pensioni promuove la previdenza complementare, attraverso la quale i lavoratori potranno costituirsi una pensione aggiuntiva. I lavoratori pubblici e privati ed i lavoratori autonomi potranno iscriversi a fondi pensionistici di categoria, aziendali e territoriali.
I fondi sono costituiti sulla base di accordi tra rappresentanti dei lavoratori e delle imprese. I lavoratori autonomi possono istituire fondi tramite accordi tra loro, promossi dalle associazioni di categoria. In mancanza di fondi costituiti sulla base delle modalità sopra indicate, i lavoratori potranno aderire ai fondi di tipo aperto, istituiti da: Banche, Assicurazioni, Sim (Società di Intermediazione mobiliare), Società di gestione di Fondi Comune di Investimento.
La partecipazione dei lavoratori ai fondi pensionistici è volontaria.
Chi vi partecipa potrà utilizzare come fonte di finanziamento il proprio TFR ( Trattamento di Fine Rapporto) ancora da maturare, obbligatoriamente e integralmente se si tratta di lavoratore al primo impiego o a seguito di accordo con il datore di lavoro se si tratta di lavoratore già impiegato, unitamente ad una parte del salario e al contributo del datore di lavoro o del reddito di lavoro autonomo.
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